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Piede

Breve guida alla chirurgia del piede

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Se tu o il tuo bambino avete dolore o fastidio ai piedi, la soluzione è rivolgersi al medico o ad uno specialista.
In questa sezione ti spiegheremo come funziona il piede e due delle principali patologie che lo coinvolgono, illustrando inoltre quali sono le opzioni di trattamento.

Per maggiori informazioni visita la nostra sezione domande frequenti.
Anatomia del piede Il piede svolge un'importante funzione di supporto per tutto il corpo umano; è una struttura complessa, costituita da 26 ossa suddivise in tre gruppi con caratteristiche simili: il tarso, il metatarso e le falangi.

Il piede inoltre è considerato un organo di senso, poiché qui è ben rappresentato l’apparato nervoso grazie alla presenza di tantissimi recettori. Il piede difatti è l'unica parte del corpo a "diretto contatto" col mondo circostante, e dal piede il cervello riceve informazioni termiche, sensoriali, propriocettive e dolorifiche.

Funzionalmente il piede può essere suddiviso in 3 parti: avampiede, mesopiede e retropiede.

  • Retropiede: è la parte più prossimale e comprende l'astragalo e il calcagno (tallone)
  • Mesopiede: è la parte intermedia e include l'osso cuboide, i tre cuneiformi e l'osso navicolare
  • Avampiede: è la parte più distale e comprende i 5 metatarsi e le falangi delle dita.

Le più comuni problematiche che possono interessare il piede sono le fratture delle ossa che lo costituiscono, ma esistono deformità di natura diversa ampiamente diffuse e che richiedono trattamenti specifici.

Patologie specifiche
del piede

Piede piatto

Situazioni congenite o acquisite relative alle strutture del piede possono portare all’insorgenza della patologia del piede piatto. Questa è una patologia prevalentemente pediatrica, la più frequente, caratterizzata da una riduzione dell’arco plantare e da valgismo del retropiede (verso “l’interno”): ciò determina un conseguente aumento della superficie d'appoggio della pianta. Le conseguenze di tale deformità iniziano a manifestarsi attorno ai 5-6 anni di età specialmente durante la pratica sportiva sotto forma di stati di discomfort associati a dolore sul bordo interno del piede ed al tendine d’Achille; tale sintomatologia tende a peggiorare con gli anni se non trattata.

Alluce valgo

La “cipolla” è la manifestazione tipica di una delle patologie che colpisce maggiormente l’avampiede nella donna in età adulta: l’alluce valgo. Questo, rappresenta la prima causa di chirurgia del piede nel sesso femminile ed è una deformità che riguarda il primo metatarso. L’alluce infatti tende a deviare verso l’esterno e questo genera col tempo un susseguirsi di cambiamenti nella morfologia del piede che ne vanno ad alterare in maniera importante la forma, provocando dolore alla pianta (metatarsalgia) o alle dita vicine, che vanno in griffe. Contrariamente a quanto se ne dice, le scarpe con tacchi alti non costituiscono la causa principale di questa condizione, che risulta invece correlata più spesso ad altre patologie o deformità del piede, come il piede piatto.

Opzioni di trattamento Piede piatto

Sebbene il recupero della volta plantare avvenga nel corso della crescita del bambino, spesso è necessario ricorrere ad elementi correttivi (scarpe specifiche o plantari) o all’intervento chirurgico con l’obiettivo di:

  • ripristinare il corretto allineamento fra astragalo e calcagno
  • mantenerne nel tempo il rapporto articolare ottenuto.

Ad oggi le opzioni di trattamento prevedono l’impiego di dispositivi in metallo o in materiale bioriassorbibile, in grado quindi di evitare la necessità di un secondo intervento chirurgico di rimozione.

Il chirurgo effettua una mini-incisione di pochi millimetri sulla parte esterna del piede (laterale) e attraverso l’aiuto di alcuni strumenti inserisce una piccola vite in grado di ripristinare la volta plantare consentendo un rapido recupero post-operatorio.
ALLUCE VALGO

L’alluce valgo è una deformità scheletrica, pertanto non può essere corretta con rimedi naturali.
L’intervento chirurgico quindi è l’approccio indicato soprattutto nei casi di deformità più gravi.

Ad oggi, le possibilità a disposizione del chirurgo ortopedico per trattare questa condizione sono tre:

  • la tecnica mini-invasiva;
  • la chirurgia aperta;
  • le tecniche miste

Per tutte, l’obiettivo è portare in linea l’alluce ed ottenere nuovamente un piede efficiente da un punto di vista funzionale e gradevole da un punto di vista estetico.

La tecnica mini-invasiva prevede ridotte incisioni cutanee (di circa 3 mm) e ridotta esposizione dei tessuti molli.
L’utilizzo di piccole frese mediante approccio percutaneo consente al chirurgo difatti di effettuare le opportune correzioni scheletriche (osteotomie) preservando i tessuti circostanti. La stabilizzazione delle osteotomie mediante l’utilizzo di viti di ridotto calibro permette di mantenere la correzione ottenuta e ridurre notevolmente il rischio di recidive. La tecnica mini-invasiva quindi ha il grosso vantaggio di ridurre il dolore, il sanguinamento ed il gonfiore e soprattutto velocizzare il recupero nel post operatorio.

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